Recensione: Eccezion fatta per il jazz di Miles Davis (tanto per fare un nome!) e la musica classica (di cui però non sono un fine intenditore) non ho mai sopportato quei generi musicali imperniati esclusivamente, o quasi, su “melodia & virtuosismo tecnico”; ossia tutte quelle combinazioni standardizzate, omologate, sprovviste di naturalezza e sviluppate attorno alla destrezza dei musicanti o alle capacità vocali del cantante. Alcuni esempi? il metal in tutte le sue principali configurazioni (heavy, death, ghotic…), il progressive dei Genesis, come pure la fusion di Stanley Jordan e compagnia bella.
Assente dagli studi di registrazione dal 1994 (Bolero), il chitarrista americano (maestro del “Tapping”) - con l’ausilio dei Novecento (produttori e musicisti di chiara fama) - mette insieme un album che centrifuga porzioni di musica nera (jazz e similari) e dosi di rock elegante, ammaestrato e senza spigoli. Un susseguirsi di leziosità melodiche (Flying On The Sky), distorsioni sterilizzate (Sky Flower) e squisitezze sonore (Dreams Of Peace) che, purtroppo, si disperdono in smancerie ritmiche (Easy Love) e sviluppi armonici altisonanti e senza originalità (Destination Of My Heart); un funambolismo tecnico, tracotante e sfacciato, incapace di rimuovere dalla mia anima una qualsiasi emozione.
Credetemi, non sono il tipo che “ha sempre la puzza sotto il naso” (anzi, il contrario) ma questo album mi sembra eccessivamente levigato ed oltremodo “chic” per i miei gusti! Impeccabile nella forma, pieno di smalto sonoro e stracolmo di acrobazie, Dreams of Peace è un lavoro suonato, cantato e arrangiato alla grande! Qualche nome? Gregg Brown e Dora Nicolosi (vocals); Randy Brecker e Guy Barker (trumpet); Marco Fadda (percussion); Mimmo Campanile e Danny Gottlieb (drums); Rossana Nicolosi (bass) e Lino Nicolosi (rythmn guitar).
Un disco dai tratti blues, dai movimenti sincopati e dalle acustiche raffinate, ben congegnato nelle atmosfere ma privo di genuinità e reale ispirazione. Due le note positive: il funky-blues di I can Show You Somenthing, che ci concede una boccata d’ossigeno, e il titolo del cd, “Sogni di Pace”, che di questi tempi più che un desiderio è una vera e propria invocazione che viene dal profondo del cuore. |