Recensione di www.metalitalia.com: Il progetto Khymera, nato dall’unione creativa di Steve Walsh (Kansas) e Daniele Liverani (allora in stato di grazia grazie all’ambiziosa rock opera “Genius”), giunge oggi al suo terzo capitolo, con grande gioia degli amanti della melodia, quella raffinata e forse vagamente demodé che fu tanto in auge nei gloriosi anni ’80. Dopo il prevedibile abbandono di Steve Walsh, Daniele ha raccolto a sé il fido Dario Ciccioni alla batteria, il validissimo Tommy Ermolli alla chitarra, e soprattutto il grande Dennis Ward, bassista dei Pink Cream 69 e compositore/cantante di grande fiuto per quanto riguarda le sonorità AOR. Una formazione di tutto rispetto, che ci può ben presentare le tredici song che vanno a comporre “The Greatest Wonder”, che si va sicuramente a piazzare fra le uscite più interessanti del mese. Tralasciando l’intro, forse più attinente a qualche pattonata italian-power, possiamo bearci davanti alla precisione filologica con cui i Nostri trattano la materia AOR, concentrati come sono a creare pezzi validi nella miglior tradizione melodic rock. Non troveremo infatti alcun elemento di innovazione, ma è altresì vero che forse neanche lo cercheremo. Ci sono lavori che nascono per un determinato pubblico, e non si sognerebbero neanche lontanamente di cercare nuove frontiere: il senso di sicurezza che spesso la Frontiers Records ci da è proprio quello di comprare un prodotto ottimamente confezionato, ben prodotto e rigorosamente ‘canonico’. Dove il rock si sporca di pop (ma quello di classe), lì avremo sempre band come i Khymera, che ammaliano con pezzi come “Beautiful Life”, una “No Sacrifice” dotata di un ottimo ritornello strappaorecchie, o una ruffiana title-track con tanto di tastiere dal gusto squisitamente retrò. La classe di Dennis Ward graffia in occasione della power ballad “If I Can’t Be”, colpendo particolarmente per profondità interpretativa e carisma emozionale. La sensazione di soddisfazione si accresce fino a culminare nella ottima “Love Will Find You”, ottimamente bilanciata e dominata dalla classe dei musicisti coinvolti. “The Greatest Wonder”, ovvero l’album perfetto per gli amanti del genere, ma anche per i detrattori, che qui avranno pane per i loro denti, e che potranno usare ogni singola song come argomento di denuncia nei confronti di un genere non privo di lati negativi, tanto criticato ma anche tanto affascinante. Per molti ma non per tutti.
Recensione di Raffaele "Salo" Salomoni |